Rosignano Marittimo Guida Turistica

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.: DA VEDERE
 Rosignano Marittimo è un discreto centro commerciale, ma indubbiamente il motivo per cui la località è diventata particolarmente famosa va ricercato nella particolarità delle sue spiagge: spiagge bianche, quasi come ai tropici!  Ci si arriva percorrendo la Statale Aurelia, che collega Livorno a Grosseto, in direzione Sud, fino a trovare l'uscita di Rosignano Marittimo.
  Lungo questo tratto di strada, volgendo lo sguardo lungo la costa frastagliata, appare un'anomala striscia di spiaggia bianchissima, lunga circa quattro chilometri. Proprio per questo questo luogo particolare è noto con il nome di Spiagge Bianche. Il motivo dell'insolito colore della sabbia è la conseguenza di anni di lavorazione dell'industria di bicarbonato che ha il proprio stabilimento proprio a Rosignano Marittimo, a circa un chilometro della costa.
 Le Spiagge Bianche sono a libera balneazione. Nella parte più a sud, in direzione Vada, potete usufruire a pagamento di un servizio di affitto giornaliero di ombrelloni, sdraio e lettini da mare, un servizio docce e infine un piccolo bar ristoro. Le Spiagge Bianche sono attrezzate con parcheggi a pagamento per le auto, mentre per i centauri il parcheggio è gratuito.
  Presso la spiaggia del "Lillatro" potrete partecipare a corsi di vela, wind surf o di kite surf organizzati dal WindSurf Gorette club e a numerose altre attività. Grazie a questa particolarità, Rosignano Marittimo è meta di un intenso turismo giovanile per tutto il periodo estivo e nei weekend
 La nascita del castello, nominato per la prima volta in un documento del 1071, è probabilmente da attribuire ai titolari della marca di Tuscia, Beatrice e Goffredo di Lorena (1053-1069), ma ben presto all’estinzione della dinastia dei Canossa, furono gli arcivescovi di Pisa a goderne i diritti.Sulle strutture del castello e del sottostante borgo, le notizie sono assai scarse: sappiamo solo dell’esistenza di una piazza, chiamata Rivolta, della quale, però, non è possibile stabilire l’ubicazione. Fuori dell’insediamento, nei pressi dell’attuale cimitero, sorse almeno dall’XI secolo, la chiesa battesimale di S. Giovanni Battista.
 Rosignano, come il resto del territorio pisano, risentì grandemente della crisi che investì Pisa alla fine del ‘200. Passato, agli inizi del ‘400, sotto il dominio fiorentino fu a partire da quell’epoca che il paese cominciò ad assumere l’assetto che mantiene ancora oggi: i Medici provvidero alla rifortificazione della cinta muraria dotandola, tra l’altro, dei due grandi torrioni circolari ancora oggi esistenti, mentre i grandi proprietari dei latifondi in cui era suddiviso il territorio vi cominciarono a costruire i loro palazzi. Risalgono a questo periodo la Fattoria Arcivescovile, in cui ha avuto sede fino al dopoguerra il Municipio, Palazzo Vestrini, sede dell’Archivio Storico, Palazzo Marini, sede di una galleria espositiva di arte contemporanea e della sala dedicata allo scultore R. Filidei (1914-1980). Nei locali di Palazzo Marini è in corso di allestimento una sala destinata a raccogliere i cimeli e la biblioteca dell’avvocato e poeta anarchico Pietro Gori (Messina 1865 – Portoferraio 1911) che trascorse a Rosignano – dove risiedeva la sua famiglia e dove è sepolto - alcuni periodi della sua vita. Di origine cinquecentesca, anche se con numerosi rifacimenti successivi, è infine Palazzo Bombardieri, adibito a Museo Archeologico. Agli inizi del ‘700 risalgono invece l’attuale porta di accesso al Castello e la Chiesa che dovette sostituirne una preesistente e di minori dimensioni.
 Il Museo Archeologico nasce nel 1957, ad opera del Gruppo Archeologico, per accogliere i corredi di 11 tombe rinvenute a Castiglioncello e si amplia progressivamente con reperti provenienti dal territorio comunale dove l’espansione edilizia e l’agricoltura meccanizzata portavano in quegli anni alla luce consistenti resti antichi. Gli scavi in localita’ S. Gaetano di Vada, condotti dallo stesso Gruppo Archeologico, tra il 1960 e il 1979, dotano il Museo del suo nucleo piu’ consistente. Negli stessi anni la chiusura del Museo Nazionale di Castiglioncello, pionieristica esperienza di decentramento museale agli inizi del secolo, accresce l’esigenza di una struttura espositiva che raccolga le testimonianze del territorio.
 I nuclei maggiori dell’esposizione sono costituiti dai corredi ellenistici dell’ampia necropoli di Castiglioncello (oltre trecento tombe) tra cui(terzo quarto del II secolo a.C.), dai numerosi reperti di età romana provenienti dallo scavo di un quartiere portuale di Vada Volaterrana - anch’esso visitabile su richiesta -, dai rinvenimenti subacquei effettuati nel mare di Vada, e dai reperti medievali e rinascimentali provenienti dal castello stesso.
 Il Museo, dal carattere fortemente didattico ed arricchito da ricostruzioni, plastici e strumenti multimediali, vuole anche essere un’introduzione alla visita del territorio, suggerendo itinerari e percorsi alla riscoperta della storia e delle tradizioni in un paesaggio variegato e suggestivo in cui spesso è difficile distinguere tra ciò che è trasformazione spontanea della terra e l’intervento umano stratificato nei secoli.
 Il museo come racconto storico, "illustrato" dai reperti archeologici, dalle testimonianze materiali che le diverse genti che si sono succedute sul territorio, hanno lasciato. Ma i reperti archeologici sono stati forzatamente disgiunti dai loro contesti di appartenenza, talvolta distrutti ma spesso, ancora esistenti, magari solo come traccia, nel paesaggio. Ecco allora che il Museo vuole aprirsi al territorio circostante, costituire un invito costante ad uscire e a visitare i luoghi, monumenti, paesaggi che non sono "musealizzabili", ma sono i veri protagonisti della storia che ci accingiamo a raccontare.